Andrea Caschetto - Parla con me - Chiarelettere (settembre 2017)
"Sono qui per imparare. E per trasformare la paura in meraviglia."
“Non smetterò mai di viaggiare il mondo.
E fra la gente, sentirmi a casa.
Tutti dovremmo sentirci a casa sempre.
Spogliarci dell’uniforme che indossiamo nel quotidiano
e finalmente essere noi.
Diversi l’uno dall’altro. È nell’abbraccio alla diversità
che si consuma il futuro prossimo del mondo.”
Andrea Caschetto ha inaugurato la categoria
dei viaggi necessari. Il suo è un turismo
dell’anima, dove i luoghi sono le persone e le
persone sono i luoghi. Andrea è un viaggiatore
lento, perché serve tempo per ascoltare
davvero le vite degli altri, per entrare in punta
di piedi nelle esistenze, laddove la porta
viene aperta, e con garbo accarezzarle e accudirle.
E non crediate che questo tempo sia
perso: prima o poi ritorna, in forme e sembianze
mai uguali, ed è linfa per il mondo.
Questo viaggio nasce da varie necessità, che
nell’ordine sono: esaudire il desiderio di una
ragazza molto amata che ama l’Argentina ma
non può andarci; imparare che la disabilità
ha bisogno di manutenzione e non di cure,
perché non è una malattia; e ancora, raccontare
la straordinaria meraviglia della diversità,
dando voce agli Invisibili.
E allora via, lungo le strade dell’Argentina.
Unica compagna, una sedia a rotelle, metafora
del vivere disabile. Da usare per sedersi
e per far sedere, per confi darsi e far confi dare.
Per raccontare storie e invitare a raccontarle.
A proposito, la sedia ha un nome. Si chiama
Azzurra, come la ragazza amata che ama
l’Argentina e fi nalmente, con Andrea, ci è
andata. Perché la realtà ha la forma che uno
vuole darle. E i sogni contano.